“Modesta proposta” è il titolo di un opuscolo satirico di Jonathan Swift, lo scrittore irlandese universalmente conosciuto per i suoi Viaggi di Gulliver. In esso egli protestava contro la violenza, la crudeltà, la malvagità degli Inglesi a danno della popolazione irlandese.
Giuseppe Prezzolini, che nel 1908 aveva fondato, assieme a Giovanni Papini, La Voce, una delle più importanti riviste culturali del Novecento, fu il primo in Italia a tradurre, in modo libero e bizzarro, alcuni opuscoli di Swift col temperamento pessimista del quale molto si accordava. Adesso che l’idea del ministro Di Maio di un reddito di cittadinanza sta prendendo corpo, le clausole che vengono annunciate fanno affiorare il timore che la misura possa trasformarsi in un incentivo ad entrare nel sommerso o al mantenimento in via permanente. Insomma quell’Italia che non può piacere, per usare un espressione del sottosegretario Giorgetti. Nel suo volume libera traduzione di Swift: “Modeste Proposte scritte per svago di mente, sfogo di sentimenti e tentativo di istruzione pubblica degli italiani”, uscito con una tiratura di 2 mila copie numerate nel 1975, corredato da 9 disegni di Leo Longanesi, Giuseppe Prezzolini dispensa suggerimenti e spunti che possiamo ora riprendere perchè sembrano tarati sulle aspettative che questo reddito ha generato e che sembra difficile possano ora essere soddisfatte.
“A tutti gli italiani sarà concessa una indennità o pensione a vita affinchè senza occuparsi di lavoro conservino la loro gaiezza, l’affabilità con i forestieri e possano coltivare l’arte del convitare, del bere, del divertirsi. Le lotterie finora esistenti saranno raddoppiate. Gli spettacoli teatrali saranno sovvenzionati in ogni provincia o comune proporzionalmente al numero degli abitanti. Lo sport del calcio sarà perfezionato con scuole, anfiteatri e gare speciali. Ogni regione avrà diritto di aprire un Casinò da gioco. Università speciali per il perfezionamento nelle arti del dolce far niente e della vita allegra saranno istituite e aperte a tutti i maggiori di diciotto anni per i maschi e di quindici per le femmine con sussidio che durerà fino alla laurea”.
Giuseppe Prezzolini, infastidito dalle cattive abitudini degli italiani, usava l’ironia e il paradosso per promuovere una maggior coscienza civica. E se Longanesi sosteneva che “Gli italiani non vogliono un dittatore: attendono un impresario”, Prezzolini chiosava: “Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore”. Anche il reddito di cittadinanza è stato ridimensionato rispetto alle iniziali promesse. E speriamo che per coprire i fabbisogni finanziari mancanti, non si ricorra proprio all’apertura di Casinò in ogni regione, secondo l’amaro sarcasmo prezzoliniano.